Mercoledì 22 e giovedì 23 febbraio una LELLA COSTA inedita che sceglie di prestare la sua arte all’Opera scoprendo il fil rouge musicale che, da tempo, è presente in tutti i suoi spettacoli. Un nuovo progetto teatrale per raccontare l’essenza di un genere musicale molto amato nel mondo: Arie nasce dalla consapevole passione di Lella Costa per la musica. E’ la stessa attrice che, citando Paolo Conte, dichiara: ”per fare musica ci vanno carattere e fisarmonica, senso del brivido e solitudine: almeno due elementi su quattro mi appartengono profondamente…se volete scoprire quali sono, venite a teatro!”
Lella Costa sceglie di raccontare l’Opera in maniera semplice ma non banale. Ispirata dal premio Una vita per la musica, ricevuto dagli Amici del Conservatorio di Milano, l’attrice ha deciso di assecondare il fil rouge musicale che da tempo è presente nei suoi spettacoli.
Ha guardato dietro di sé, ai copioni dei suoi spettacoli, e ha scoperto che lo spirito musicale ha sempre abitato la scena insieme a lei. Da “Ragazze” ad “Ablid”: ogni spettacolo ha ospitato tra le righe del copione la presenza discreta della musica; non una semplice colonna sonora ma “ una voce altra, un interlocutore comprimario e complice di palcoscenico”.
Lella Costa ha scoperto che i suoi testi sono sempre stati costruiti con una tensione metrica che li ha resi molto più vicini ad uno spartito musicale che ad un copione teatrale. L’attrice ha capito che i suoi monologhi sono imparentati con gli assoli, piccole romanze recitate, “Arie” appunto. Per l’interpretazione di “Arie” Lella Costa trarrà ispirazione dalle sue collaborazioni musicali con numerosi artisti del calibro di Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea.
“Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio “Una vita per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati: macchè, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa “che aveva a che fare con la musica e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita e come non puoi isolare una sola nota e dire se va bene o no:devi aspettare che sia finita”. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di “Ragazze”, alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da “Ragazze” su su fino ad “Adlib”, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa “che aveva a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo . Piccole romanze recitate. Arie. Riproporle,oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione antologica, ma anche e forse soprattutto un’occasione per cucire insieme momenti in apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo che li unisce,ed è saldo, e regge al tempo e all’usura. Quanto al colore, non può essere che “rosso Marras”, il ligazzo rubio che da qualche anno avvolge di bellezza i miei abiti di scena, e non solo. E poi a tutto questo materiale, che è ricco e vivo e vibrante di suo, non posso non sommare il meraviglioso regalo che è stato, in questi ultimi anni soprattutto, lavorare con i musicisti in carne e ossa, vivi e dal vivo, sul palco e in sala d’incisione : Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea, Antonello Salis, Bebo Ferra. Per non parlare delle incursioni nella musica classica, con Ruggero Laganà, con Giorgio Mezzanotte, con Rosetta Cucchi. Insomma: ho un curriculum, e intendo farlo valere. E chissà che non trovi anche il coraggio di andare a riscuotere la promessa pronunciata in presenza di testimoni da Paolo Conte, qualche tempo fa, di scrivere qualcosa per la soubrette che è in me (testuale). In fondo è stato lui - il Maestro che è nell’anima - a dichiarare che per fare musica “ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e solitudine”: almeno due elementi su quattro mi appartengono profondamente. E se volete scoprire quali, dovete solo venire a teatro.”
Lella Costa
BIGLIETTERIA
La biglietteria del teatro Colosseo è in via Madama Cristina 71, 10125, Torino ed è aperta da lunedì a sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Per informazioni www.teatrocolosseo.it o telefonare allo 011 6698034 o allo 011 6505195